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Opinione scritta da: Redazione 12:49:25 28-02-2014
Ritmi di vita frenetici impongono sempre più spesso di mangiare fuori casa, è così che studenti e lavoratori si ritrovano sempre più di frequente ad affollare mense scolastiche ed aziendali.
Secondo le statistiche mangiare in mensa fa ingrassare di più, abbiamo provato a individuarne le motivazioni principali.
-La mensa va di pari passo con una maggiore sedentarietà: si trova abitualmente nello stesso luogo di lavoro pertanto istiga all’impigrimento. Viene meno il dinamismo casa-lavoro che ci obbliga a muovere le gambe. Dalla sedia della scrivania a quella della mensa ci sono troppi pochi passi.
- I piatti pronti a disposizione, spesso, sono molto più grassi di quelli che ci saremmo preparati a casa. La scelta individuale di cibi al supermercato ci impone una selezione più arbitraria: siamo noi gli artefici del nostro pasto e tendenzialmente scegliamo per noi stessi ingredienti più sani e di maggior qualità.
Per forza di cose la politica aziendale di una mensa segue le logiche del risparmio: si privilegia il più nutriente rispetto al più salutare.
- Le pietanze sono troppe e frequentemente viene proposta la soluzione del buffet o del prezzo fisso con menù più ricco. Ciò induce a maggior lassismo rispetto al regime adottato a casa, che molto spesso viene sorvegliato e auto regolamentato dai familiari.
- La coralità del pasto istiga ad un’inconscia competizione con gli altri commensali. Per spirito di emulazione ci ritroviamo a mangiare molto di più di quello che avremmo voluto.
- Non solo la scelta dei piatti è più variegata ma anche le bevande sono disponibili in maggior selezione: é così che ci ritroviamo a bere bevande gassate e zuccherate, vino, birra, ecc.
Stesso discorso vale per il dessert, sempre pronto in mensa, molto più raro a casa.
La comodità non è certo al servizio della linea in questo caso, e le brutte abitudini, si sa, sono facili a radicarsi. Se a casa si mangia quasi sempre un piatto unico qui si finisce ad abituarsi al trittico primo/secondo/dolce, deleterio per il girovita.
Recenti studi dello psicologo americano Brian Wansink raccolti in un libro intitolato “Mindless eating” fanno riflettere su alcune interessanti conclusioni: esistono degli stratagemmi intelligenti utili a mangiare meno senza percepirlo. Queste indicazioni possono essere di valido aiuto soprattutto per chi mangia fuori casa e ha la tendenza a perdere il controllo.
Ci tocca studiare anche per mangiare perchè le tentazioni caloriche sono sempre in agguato e non possiamo farci trovare impreparati.
Se è vero come dicono alcuni studiosi che lo stomaco è sede di un secondo cervello allora è bene cominciare da subito ed educarlo alle migliori abitudini alimentari, anche se si sa, l’appetito vien mangiando, e in mensa pare non sia mai stato così vero.

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